«Mancamento radiale» di Antonio Di Ciaccia
I Crociati d’oggigiorno
Dal 10 al 14 novembre Romeo Castellucci presenterà la sua ultima opera, Il velo nero del pastore, che sta mettendo a punto nelle Marche. Potrete vederlo al Teatro Vascello di Roma, prima che parta per altri lidi. Ecco ancora un spettacolo che tocca il tema del sacro, proprio come quello che è presa di mira dal fondamentalisti cristiani in Francia, Sul concetto di volto nel figlio di Dio.
In un’intervista concessa il primo novembre alla giornalista de la Repubblica Anna Bandettini, Romeo Castellucci dice di essere molto meravigliato della contestazione suscitata in Francia dalla pièce, quando invece non si era prodotto niente di simile né in Italia, né in Spagna, né in Polonia, Paesi tradizionalmente cattolici. L’Artista dice di temere di circolare nelle provincie francesi con la sua troupe e si dice preoccupato per la propria e per la sicurezza dei suoi attori. «La mia foto è sui blog dei fondamentalisti cristiani dove sono additato come terrorista islamico. A loro si sono aggiunti quelli dei nazisti e degli antisemiti. Come a dire: è lui. Chi lo vede, è suo».
Alla giornalista che gli domanda per quale motivo egli abbia voluto utilizzare l’immagine del Salvator Mundi di Antonello da Messina come sfondo della sua pièce teatrale, Romeo Castellucci risponde : «E’ difficile prescindere dal fiume in cui si è nati. Noi siamo nutriti dell’immagine di Cristo. E lo spettacolo è un de profundis, una preghiera sulla caduta dell’uomo che si leva dal punto più basso, da un nadir dell’uomo che ho voluto rappresentare metaforicamente con le finte feci. Ed è falso che vengono gettate contro il Cristo di Antonello da Messina, in fondo della scena, perché a quel Cristo lo spettacolo rivolge la domanda accorata «perché ci hai abbandonato?». Cioè l’esatto contrario delle accuse degli integralisti». E alla domanda della giornalista: «Se dovesse incontrarli, che direbbe loro?». «Convertitevi». E spiega: «Li ho visti fuori dal teatro, spaventosi, paiono diavoli e da quello che urlano, si capisce: non conoscono le Sacre Scritture».
Sì, «i Crociati di Francia», come li apostrofa la Repubblica, non conoscono le Scritture. Come del resto tutti i fondamentalisti cristiani poco importa di dove siano. E non hanno neppure l’uso e la conoscenza di quel metodo che sono gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola, sui quali invece Romeo Castellucci si basa per un seminario che propone a Cesena per metà novembre dal titolo Màntica – esercizi di voce umana. Non è forse un’indicazione di questa vena il fatto di aver chiamato la sua compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, quando Socìetas, in latino e con l’accento sulla «i», richiama il termine con cui Ignazio ha nominato la sua Compagnia?
I fondamentalisti sono quelle persone che hanno l’assoluta certezza di credere che quel che pensano sia vero. Cosa che vale per tutti i fondamentalisti, di qualunque colore siano e qualunque (pseudo)religione abbiano. La loro certezza non ha niente a che vedere co la fides di Tommaso d’Aquino, la quale non è altro che una vehemens opinio: niente di più e niente di meno. I crociati d’oggigiorno si battono invece per un ideale che non è nient’altro che il riflesso allo specchio del loro narcisismo. E concentrano la causa della loro certezza rispetto all’ideale in un oggetto immaginario visto sempre allo zenit sul versante agalmatico. E incollano l’oggetto all’ideale facendone una sfera che è un tutto, senza faglia alcuna.
Romeo Castellucci si interessa non già allo zenit, ma al nadir. Che è all’opposto: non già il punto della sfera celeste sulla verticale dell’osservatore verso l’alto, ma verso il basso. Per dirlo in altri termini, l’oggetto non è preso in considerazione sul versante agalma, ma sul versante palea. Ed effettivamente su questo versante, tra l’oggetto e l’ideale, si aprono faglie, spaccature, voragini – da cui i crociati d’oggigiorno si tengono ben lontani. E fanno bene, poiché che la loro certezza si vanificherebbe oppure, se resta inalterata, non sarebbe allora che il marchio senza appello della loro patologia.
Per seguite Romeo Castellucci e la sua Compagnia, si veda il sito www.raffaellosanzio.org.
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